Tra letteratura e politica

Nello stesso anno del coinvolgente viaggio in America Latina pubblica una monografia legata alla sua tesi di laurea, Pablo Neruda 15 , poeta su cui tornerà con altri saggi. 16
Nel 1970 fa anche uscire, per una fortunata collana editoriale, Che cosa ha “veramente” detto Che Guevara 17, opera che affronta la figura del rivoluzionario argentino-cubano soprattutto sottolineandone, contro le numerose letture spontaneistiche, la preparazione teorica, e l'attenzione rivolta alle coeve esperienze cinesi. Una lettura che Antonio riprenderà più volte nel corso degli anni, in parte modificandola.
Per diversi anni mantiene ancora un impegno politico “ufficiale” in piccoli gruppi della sinistra extraparlamentare. Nel 1971 escono riflessioni sulla situazione universitaria italiana; 18 nel 1973,  vinto dall'insistenza dell'amico Tutino, traccia, in due fascicoli della collana I protagonisti delle rivoluzioni, le figure di Allende e di Martí. Se cede a scrivere di Allende - ricorderà molti anni dopo - lo fa «superando una duplice riluttanza: quella legata alla difficoltà di trattare una vicenda ancora in corso e quella che derivava dalla decisione di occuparmi soprattutto di letteratura, lasciando a persone più competenti le trattazioni di tematiche sociopolitiche». 19

Infatti sul versante universitario la vita dell'Istituto Ispanico di Oreste Macrì, dove fino ai primi anni Settanta insegna anche Meo Zilio (che nel 1967 ha vinto a Firenze la prima cattedra di ispanoamericano in Italia), è ricca di iniziative, di confronti concreti sui modi del tradurre, con la decisiva presenza del critico e traduttore Roberto Paoli, che si dedica con passione alla poesia peruviana (nel 1973 pubblica il primo volume dell'opera poetica completa di César Vallejo, nel '76 il secondo).
All'Istituto in seguito si aggiungono, come borsisti laureati, nel 1974 la poetessa e critica, nata in Uruguay, Martha Canfield, poi a sua volta docente di ispanoamericano all'Università, e, nel 1976, il guatemalteco Dante Liano, anch'egli poi saggista, narratore e docente universitario 20.

Antonio sempre più viene assorbito dagli incontri frequenti, non solo all'Università, ma anche – come farà poi sempre – a casa o in trattoria, in modi gioiosi e informali, con scrittori che arrivano a Firenze, da soli o con la famiglia, dal peruviano Manuel Scorza al cubano Alejo Carpentier, alla coppia di poeti cubani Cintio Vitier e Fina García Marruz, all'argentino Ernesto Sábato, al critico peruviano Antonio Cornejo Polar, e a moltissimi altri. Un secondo soggiorno in Perù, dall'agosto all'ottobre 1974, su invito dell'Università Nazionale San Marcos di Lima, e dell'Istituto Nazionale di Cultura, gli darà modo di allacciare ulteriori rapporti con la realtà culturale peruviana.

Però l'attenzione puntigliosa alle tematiche sociopolitiche non l'abbandonerà mai. Anzi affiorerà e agirà sempre, più o meno visibile, nella minuziosa lettura dei testi su cui si applica, in prosa o in poesia.
Nel 1976 fa uscire, sempre per La Nuova Italia, un volume su García Lorca, poeta di cui pubblicherà, parecchi anni dopo, il Divano del Tamarit. 21
Il progetto lorchiano è in realtà antico (la stesura risale almeno al 1973), così come già da alcuni anni lavora a una antologia del poeta nicaraguense Ernesto Cardenal, che intitolerà La vita è sovversiva. Il nome e l'opera del poeta gli sono cari già da molto tempo (oltretutto a Firenze ha conosciuto e frequenta alla Badia Fiesolana– sia pure con discontinuità - padre Ernesto Balducci, che nel 1975 scrive la prefazione all'edizione italiana dell'opera di Cardenal A Cuba, sul precedente soggiorno cubano del poeta).
La vita è sovversiva, una raccolta ampia (più di 200 pagine dell'opera poetica fino allora uscita), dai risvolti editoriali piuttosto travagliati, vede finalmente la luce nel 1977.
Le pagine che Antonio premette sottolineano, sia pure in modi concisi, quell'intreccio di osservazioni stilistiche, sempre attente alle sperimentazioni linguistiche e alle loro radici, con temi legati alla storia degli intellettuali e alle problematiche sempre attuali dei popoli oppressi.
Intreccio che sarà una cifra dominante del suo lavoro di critico e di docente.
In quello stesso anno pubblica infatti un volume antologico di scritti di Mariátegui, Avanguardia artistica e avanguardia politica, in cui affronta, documentandola ampiamente, la complessità del marxismo mariateguiano, la sua riflessione sulla relazione «tra arte e sofferenza».
Tanto che Antonio cita - e lo terrà sempre presente, fino al discorso inaugurale all'undicesima Conferencia di JALLA, tenuta in Costarica nel 2014 22- il noto passo di Benjamin pubblicato in italiano nel 1962 in Angelus novus: «Poiché tutto il patrimonio culturale che egli [il materialista storico] abbraccia con lo sguardo ha immancabilmente un'origine a cui non può pensare senza orrore. Esso deve la propria esistenza non solo alla fatica dei grandi geni che lo hanno creato, ma anche alla schiavitù senza nome dei loro contemporanei. Non è mai documento di cultura senza essere, nello stesso tempo, documento di barbarie». 23

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15 A. M., Pablo Neruda, Firenze, La Nuova Italia, 1970; sec. ediz. 1976.

16 Cfr. Jaime Concha, Melis y sus trabajos nerudianos (una nota parcial), in Domenico Antonio Cusato - Cecilia Galzio (a cura di) Ricordando Antonio Melis, Omaggio degli amici di Testo, Metodo, Elaborazione elettronica, Salem, Lima, New York, Axiara Editions, 2017, pp.91-99.

17 A. M., Che cosa ha “veramente” detto Che Guevara, Roma, Ubaldini, 1970.

18 A. M., Crisi dell'Università e ruolo politico del Movimento Studentesco, Napoli, Guida, 1971.

19 A. M., Amica Cuba, cit.

20 Cfr. Dante Liano, Recuerdo de Antonio Melis, in “El corazón es centro”. Narraciones representaciones y metáforas del corazón en el mundo hispánico, a cura di Antonella Cancellier, Alessia Cassani, Elena Dal Maso, Padova, Cleup, 2017, pp.13-17. Il volume raccoglie i contributi presentati durante l'omonimo convegno organizzato all'Università di Padova ( 6-8 ottobre 2016). Il volume e il convegno stesso sono stati dedicati a Antonio (cfr. Antonella Cancellier, Para Antonio Melis, in ibidem, pp.11-12)

21 A.M., Federico Garcia Lorca, Firenze, La Nuova Italia, 1976; Federico Garcia Lorca, Divano del Tamarit, Venezia, Marsilio, 1993 (sec. ediz. 2009).

22 Cfr. la registrazione video integrale dell'intervento a JALLA 2014 (Jornadas Andinas de Literatura Latinoamericana), disponibile all'indirizzo: https://youtu.be/rgYWpcsmoT8".

23 Questa citazione, come la precedente sono, rispettivamente, alle pp.21 e 20 dell'Introduzione La lotta sul fronte culturale di José Carlos Mariátegui, in José Carlos Mariátegui, Avanguardia artistica e Avanguardia politica, a cura di A.M., Milano, Mazzotta, 1975.