Politica a Firenze

Dopo la metà degli anni Sessanta tra i giovani delle Università la circolazione delle idee e i dibattiti intorno a richieste di trasformazione sociale e politica sono aumentati e resi sostanzialmente più omogenei. Ma ogni realtà universitaria ha caratteristiche sue proprie. Per quello che riguarda Firenze la reazione giovanile alla tragedia dell'alluvione del novembre del '66 ha profondamente inciso su quel pullulare di iniziative studentesche, che dal 1965 vanno sempre più infittendosi.
Infatti, se le memorie e gli approfondimenti innumerevoli che si sono succeduti nel corso degli anni hanno reso inutile qui il riandare alle cause di un tale fermento, è utile invece sottolineare che in questo processo la Facoltà di Magistero di Firenze, dove Antonio insegna, è tra le più attive - se non talvolta la più attiva - nelle prese di posizione verso le vicende di questo periodo (dalle proteste al disegno di legge Gui, a quelle per la morte a Roma dello studente Paolo Rossi, alla visita, nella primavera del '67, del vicepresidente statunitense Humprey).
Quindi nella Facoltà dibattiti, veglie, cortei che dilagano nelle strade del centro, manifestazioni.
Memorabile, tra le altre (anche per la presenza di Giangiacomo Feltrinelli), la manifestazione di solidarietà con lo scrittore Regis Debray, allora condannato a trent'anni di reclusione da un tribunale boliviano. Tenuta nell'Aula Magna il 25 novembre 1967, con grande partecipazione di studenti e di un gruppo piuttosto numeroso di docenti della Facoltà, è introdotta da una relazione di Antonio sulla situazione politica in America Latina. Si decidono naturalmente occupazioni, fino a quella del dicembre 1967 - gennaio 1968, che provoca, il 30 gennaio, inattese cariche della polizia al corteo degli studenti, con l'irruzione al Rettorato, causa delle successive dimissioni del Rettore Giacomo Devoto. 11

Antonio si allontana intanto dal partito comunista. Guarda, come abbiamo già accennato, alla realtà cubana, alle sue implicazioni, in parte avvantaggiato dalle frequentazioni di prima mano; è attratto, come molti altri, dalle posizioni e teorizzazioni maoiste. Considera insieme imprescindibile, per un'analisi sociopolitica, non generalizzare, ma approfondire il più possibile le diverse realtà che vanno sotto il nome di America Latina, e le loro genesi. Nel 1969 traduce in italiano per la fiorentina Nuova Italia l'opera dello storico uruguaiano Carlos M. Rama, Il movimento operaio latino americano, uscita in Uruguay due anni prima.

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11 Cfr. la testimonianza di Anna Picciolini, raccolta da Maria Chiara Giunti, Il Sessantotto a Firenze: testimonianze di oggi e di ieri, in E tutto sembrava possibile. Il 68 in Italia fra realtà e utopie, a cura di Silvia Alessandri, Firenze, Nerbini, 2018, pp.243-252.


Antonio Melis - Il 68 a Firenze
Manifestazione studentesca a Firenze, 1968: Antonio è in prima fila tra gli studenti della Facoltà di Magistero (da: https://www.facebook.com/ilsessantotto/photos/a.148483879192468/150293495678173/?type=3&theater)